« Famiglia » Lara Cani
L’imperativo è un tempaccio,
ci piovono dentro stizza capricci autoreferènzialità.
Tempo grigio da gente che viene
sopportata poi lasciata;
evitata, tradita, detronata, tagliata di testa;
-e se lo merita.
Tempo di chi non ha tempo
per ascoltare
per proporre offrire,
troppo pieno di sé solo pieno
di una vita che prova a controllare
e gli fugge dalle mani come al gatto
-un canarino scaltro.
E’un tamburo sordo l’imperativo,
non fa vibrare alcuna risonanza
uccide ogni possibile dissonanza,
scintilla origine di armonia.
Impera e divide, infatti:
L’Io imperante e il Tu che soddisfi
le mie fantasie di potere.
Che misero imperatore,
in un attimo sovvertito
da un per piacere.
Alice Bologna
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