
La musica in poesia
È un dindino che risuona nella tasca.
Pensi di possederlo: “ohi che melodia!
come son bravo!”
Due saltelli, e ti ha già fatto suo schiavo.
Alice Bologna
CLEBS (ex Collectif Culture Dessinée)
Culture, Contreculture, reportages et poésie.
La musica in poesia
È un dindino che risuona nella tasca.
Pensi di possederlo: “ohi che melodia!
come son bravo!”
Due saltelli, e ti ha già fatto suo schiavo.
Alice Bologna
Quest’anno il Crack fu particolarmente intenso almeno per noi che abbiamo passato 3 giorni rinchiusi in una cella…ed eccola la nostra creatura : la cella n° 7 !!!
Crack ci manchi già!!
Paura degli occhi che guardano,
delle orecchie di marzapane che ascoltano.
Io sentite non sono io.
Io sono carne, ansia e cartone e un pò di sangue ricamato.
Lara Cani
C’est l’ordre de la cochonnerie criminelle, mentale qui a
provoqué la formation des corps,
et elle était morale, augurale et préputiale,
car le mental de corps
c’est de la couille en bande
et de l’esprit à troude,
et tout cela ne fut jamais qu’un corps.
La masse
agit par un bisquille
et petandi mora trosquille
et tranchati lima mimille
et tematille maro pistille
parce que jamais un geste n’a pu être fait sans un corps,
ni une pensée avoir lieu sans un corps,
et plus il y a de corps plus il y a de pensée,
et plus il y a de pensée et moins il y a de corps,
alors il faut tuer la pensée pour le corps,
et il n’y a pas d’esprit
et je n’ai pas d’esprit
et je suis inintelligible
et je n’entre jamais sans inintelligible
attaché comme un nouveau corps
à l’aisselle de mes pieds morts,
et ils carapatent les pieds qui pensent,
ce n’est pas de la pensée mais de la panse,
et jamais je n’ai eu d’esprit,
et si tu dis: Jamais d’esprit, non, jamais d’esprit de ta vie,
dieu qui parles dans mon corps,
je te…
parce que tu ne crois pas au corps,
et même ici pour ce discours,
apprête-toi à quelque chose.
Car si l’esprit ni la pensée existent, alors il ne fallait pas
en parler.
il n’aurait jamais fallu en parler.Moi je n’ai pas d’esprit,
je ne suis qu’un corps.
Antonin Artaud
Mostra ideata e curata da Gloria Martellucci, architetto e studiosa di storia urbana e di storia teatrale. Ha collaborato Anna Tedesco
11 maggio – 11 giugno, prorogata fino a metà Settembre
« Se ci pensi i costumi sono l’unica cosa concreta, che si può toccare, che resta di un grande spettacolo ». Con questa semplice frase Gloria Martellucci, curatrice e ideatrice della mostra, mi restituisce l’urgenza e la passione con cui è andata a stanare dai depositi del Teatro Massimo di Palermo costumi e bozzetti, veri e propri capolavori a opera di grandissimi artisti, di scenografi e costumisti italiani e internazionali per mostrarli al pubblico e agli appassionati. Un’occasione tra l’altro per schedarli e per cominciare a creare, grazie al fondamentale catalogo, un inventario di tutte queste perle nascoste. Qualche nome? I pittori e disegnatori Luzzati, Afro, Guttuso, Altan, Scialoja, Sironi. Poi: i premi nobel Danilo Donati, Franca Squarciapino e Piero Tosi; Francesco Zito, prolifico collaboratore del Teatro Massimo, che nella stagione che si sta concludendo ha firmato i costumi di un’elegante Traviata che s’ispira al Liberty palermitano e di Tosca.
Questi costumi e bozzetti sono una testimonianza vivente, tangibile, appunto, di produzioni di grande creatività e qualità, opere di « Artisti e Artigiani d’eccellenza » per riprendere il bel titolo della mostra. Testimonianza di un’arte nel senso etimologico del termine, dal latino Ars (da cui viene anche Artigianato) che corrisponde al greco Techné, da cui noi abbiamo ereditato la parola Tecnica, che abbiamo poi relegato nell’uso ad ambiti, appunto, tecnico-scientifici, prigionieri di una visione romantica dell’arte come pura ispirazione. Una visione basata, tra l’altro, su una gerarchia delle arti, in cui primeggiano la Poesia e la Musica, che considera i costumi e le scene come elementi accessori, opere, appunto, di artigiani e non di artisti. Questa mostra ha il merito, fondamentale, di aiutare a ricucire questa separazione assurda e superata, tra artisti E artigiani. Perché ogni grande spettacolo è unico e uno, ogni elemento concorre alla sua realizzazione. Non ci sono elementi accessori, tutto è necessario. E anche perché si tratta di una divisione che non regge storicamente. Prendiamo un esempio fiorentino: il grande costumista Piero Tosi fu allievo del pittore Ottone Rosai, a sua volta figlio di un artigiano…
La mostra è nata da un’idea di Gloria Martellucci, fondatrice e consigliere dell’associazione Amici del Teatro Massimo, per festeggiare i 20 anni dalla riapertura del teatro. Inizialmente doveva durare un mese, ma è stata giustamente prorogata fino a metà settembre. E’ allestita nella sala pompeiana, probabilmente la più bella di tutto il palazzo, con quella cupola che potrebbe ricordare il pantheon e quegli affreschi colorati e danzanti.
L’allestimento è affascinante. Cominciamo con un cartellone esplicativo, poi i bozzetti, adagiati in semplici ed eleganti bacheche con lo sfondo rosso (alcuni meravigliosi, indimenticabile la Clitennestra di Luzzati), e qualche costume, il tutto esposto in modo chiaro e « scientifico » nella luminosa galleria che collega la sala pompeiana con la sala dove si esercitano i ballerini e le ballerine. Poi si entra nella sala pompeiana dove si respira un’altra aria. Il tavolo tondo nel mezzo con sopra adagiati dei tessuti panneggiati e alcuni angoli ci ricorderanno un camerino o un boudoir di un palazzo veneziano: leggii bellissimi, di legno, a forma di lira, spartiti con le loro diciture poetiche « punta d’arco, fermamente », cappelli con piume di struzzo, maschere, tavolini, stoffe di velluto sapientemente « dimenticate » in un angolo, giochi di specchi.
Volendo sognare c’è abbondantemente il materiale, se pensiamo che quanto esposto è una parte infinitesimale dei depositi del teatro, per un vero e proprio museo del costume operistico o museo del Teatro Massimo tout court. La mostra e il bel catalogo, sempre a cura di Gloria Martellucci, potrebbero fare da modello per una futura sistematizzazione e catalogazione di tutto il patrimonio in questione. Un modo per omaggiare gli artisti e gli scenografi e la sartoria del teatro, definita dai professionisti del settore tra le migliori del mondo.
Quello che commuove e colpisce, comunque, a parte la qualità delle opere e dell’allestimento, sono i dettagli, la cura con cui sono state progettate e costruite, e poi allestite, le opere. La cura, cioè l’amore.
Andrea Verga
En mai 2017, un atelier d’écriture fût crée en Esat, un établissement et service d’aide par le travail. Les participants, en situation d’ handicap avait la liberté d’écrire sur n’importe quel sujet. Dès le premier jour, une dizaine de texte furent crée. Face à cette réussite inattendu, l’éducateur décida d’en parler avec le reste de l’équipe et émettre l’idée de créer un fanzine en interne. Le second jour, le projet fût arrêté.
voici un texte écrit par Madame S.
Il était une fois un président nommé Emmanuel Macron par un beau jour d’été ensoleillé il avait envie de faire une balade tout près d’un étang il s’asilaire sur un banc en s’entent le doux parfum des fleurs et écoutent le chant des oiseaux il resta toute la matinée et soudain son ventre gargouya il se disait que sa faisaient longtent qu’il n’avait pas mangé de macro donc il rentra à l’ambassade et demanda à ses cuisiniers de préparer sa en repas mais dans la cuisine les cuisinières ne trouvait pas de macron il partir en chercher dans les magasins pue une seule boîte sur les étagères après il allait voir si il en avait au marché les poissonniers était en rupture de stock les cuisiniers ils avaient peur de rentre bredouille car quand le président avait pas ce qu’il demandait il pleurait il t’appait des crises alors très encoléré il prépara c’est outils de pêche et mis ses bottes et son chapeau fétiche pour lui porter bonheur et prix sa limousine et demande à son chauffeur si il connaissait un endroit pour pêcher et le chauffeur répond-dit oui et comme monsieur avait très envie de manger se délicieux repas il partir arrivé sur le lieu il prit sa canne à pêche et attendit des heures avant une bonne et énorme touch et heureux d’avoir attrapé le poisson qui voulais il se précipita ver son chauffeur pour lui demandé qu’il le prenne en photo lui avec son poisson dans les bras et rentraire à l’embrasse pour diner il demandaient à toutes les cuissières je veux voire personnes en cuisine les cuisinières tresser la table ce soir c’est monsieur le président qui régal il fila tout droit en cuisine et prépara son poisson fraichement pêcher avec une bonne petite sauce tartare aux herbe accompagné de c’est petit légumes carottes en rondelle pommes de terre frites en dessert un délicieux gâteau moelleux au chocolat noix de coco digne d’un grand président une odeur agréable sortie de la cuisine toute les cuisinières été installé à table et le roi de la soirée arriver avec son plat et son désert tout monde gouta à son poisson et disser mmm cher président vous être un vrai cordon bleu et en fin de soirée tout le monde applaudir notre cher président.
Fin